lunedì 12 novembre 2012









Rinuncia  Compensi  dei consiglieri comunali
A proposito della querelle relativa alla volontà di rinunciare al gettone di presenza da parte di alcuni consiglieri comunali,  considerato che sono stato chiamato in causa, mi corre l’obbligo  di fare alcune precisazioni in merito. Al fine di chiarire la mia posizione,rivendico le mie scelte e le mie opinioni che sono sempre state chiare e inconfutabili prive di ipocrisia e di interessi particolari  a differenza di altri che tentano  di  predicare bene per poi razzolare male, anzi malissimo, e di esempi ce ne sarebbero a iosa e su questo terreno non ho nessun timore nei confronti di chicchessia. 
1)       La vicenda nasce attorno alla riproposizione del bilancio di previsione peraltro non condivisa dal sottoscritto, ritenendo che la parola andava data al commissario straordinario,  e non avrei eccepito se avesse,  motuprorio,  sciolto il Consiglio Comunale. Non ho sottoscritto la richiesta  di convocazione e non ho partecipato alla seduta  a dimostrazione che non sono legato alla poltrona che occupo,in quanto lo scioglimento del consiglio non turba i miei sonni. Il bilancio può non essere condiviso, può essere oggetto di dibattito politico ,ma deve essere approvato, a meno che non presenti dei  vizi sotto il profilo contabile o/e procedurale , ma non mi pare che ce ne fossero, tant’è che nella seduta successiva è stato approvato senza che fosse stata cambiata un virgola rispetto alla proposta precedente. In ogni caso è prassi consolidata: il commissario si insedia e intima al Consiglio Comunale  di approvare l’atto.  Da un punto di vista politico sarebbe stato sicuramente  più decoroso per l’intero Consiglio Comunale. La rinuncia al compenso,  come giustificazione, se da un punto di vista etico e morale è apprezzabile, lo è molto meno dal punto di vista politico,considerato che in buona sostanza nulla sarebbe cambiato in termini amministrativi con l’arrivo del commissario, evitando inutili farciture demagogiche a tutta la vicenda e comunque, in uno alla rinuncia mi sarei aspettato una richiesta di pronuncia  del Consiglio Comunale  da parte dei parsimoniosi consiglieri giusto per evitare medagliette e bandierine.
2)      I compensi dei consiglieri comunali sono stati oggetto di discussione nelle sedute di conferenza dei capigruppo del  18/04/2012 - 9/05/2012-16/05/2012, potremmo dire in tempi non sospetti e non mi pare che ci siano state voci fuori dal coro.
3)      Il presidente del Consiglio Comunale percepisce un’indennità di carica equiparata a quella degli assessori, decurtata del 50 % nel caso del sottoscritto e non è il compenso più alto tra i consiglieri, così come riportato erroneamente dalla stampa.

Giuseppe Venezia
  


sabato 15 settembre 2012




 





FEBBRE DA CANDIDATO


 “Febbre da cavallo” è il titolo di un film della metà degli anni settanta interpretato da Gigi Proietti“ - cito il film giusto per raccordarmi alla patologia- “Febbre da candidato”, potrebbe essere il titolo di un altro film, magari interpretato da Boldi, De  Sica,Banfi,Pozzetto o da qualcuno più giovane,Bisio,Marcorè, Croza e via dicendo. In questo campo si era già cimentato, con grande successo, nel film ”Gli onorevoli”, Antonio DeCurtis in arte Totò, ricorderete, il famoso votantonio, votantonio.Il candidato di fatto si trasforma assumendo atteggiamenti e toni che superano persino la fantasia, riesce a dire cose che nella normalità non direbbe mai. Sicuramente nel candidato avviene una trasformazione di tipo biologico con probabili alterazioni metaboliche ,ma questo aspetto lo tralasciamo perché è di esclusiva competenza medica,notiamo invece che riescono a strabuzzare gli occhi con angoli che superano i180 gradi, riescono a girare il collo di 360 gradi, come l’indemoniata del film "L’esorcista”,giusto per avvistare il consenso da qualsiasi  posizione. Viaggiano in una realtà che nulla ha a che vedere con la realtà quotidiana, che di questi tempi è decisamente grama, promettono l’impossibile, hanno una soluzione  per tutti, tranne che per i problemi reali e non parlano mai di programmi. La ciliegina sulla torta arriva con gli slogan, c’è ne sono in tutte le salse,ma ne riparleremo in una prossima puntata.  

giovedì 30 agosto 2012

Elezioni e d'intorni


Elezioni e dintorni

Le leggi elettorali racchiudono nella loro architettura le più svariate contraddizioni, vengono partorite in momenti particolari finendo per diventare oggetto di scontro eterno. Una legge nata in un certo periodo finisce per essere antitetica in un periodo successivo per  gli stessi che   l’ hanno voluta  perché non più funzionale alle loro neccessità per via delle trasformazioni avvenute nei partiti strada facendo, per cui bisogna rimodellarla per renderla funzionale alle esigenze della casta. Da Roma a Palermo e fino alle periferie più estreme l’imperativo è uno e uno soltanto,riguadagnare la poltrona ,ed ecco in campo tutte le formule e le variabili più bizzarre, dalle alleanze –le più improbabili –alle formule folli partorite dai nostri dirigenti di partito ,guerre intestine e non, veti incrociati e insulti ,ma programmi zero.  Tutto si racchiude in una semplice addizione condita con qualche formula che limiti il potere dell’elettore, dalla quale si ricavano proiezioni future e probabili spartizioni di poltrone. Noi elettori,purtroppo, di memoria corta ,continuiamo a recarci alle urne senza riflettere su quanto è accaduto in passato e su cosa potrà accadere in futuro.Il sistema clientelare - sapientemente costruito negli ultimi vent’anni e causa certa della crisi attuale - è l’architrave di tutto ciò.  Anche questa volta a mio avviso i soliti noti la faranno franca in quanto a vario titolo stanno ricomponendo il  quadro di sempre senza preoccuparsi del “popolo sovrano” che dice a gran voce di non riconoscere più questa classe dirigente.  A Roma si cerca di fare una finta legge elettorale per garantire i notabili della politica e  sempre per restare in tema, in Sicilia nascono alleanze innaturali ed improbabili pur di guadagnare Palazzo D’Orleans  e Palazzo dei Normanni - Lombardo docet- Insomma niente programmi e niente riforme, per cui niente cambiamento. Nella nostra provincia,  volendo tracciare un quadro per approssimazione  in riferimento alle elezioni del 2008 considerato che su 90 seggi –avrebbero dovuto essere 70 ma Lombardo ha pensato bene a dimettersi prima dell’approvazione della riforma-  ne occuperemo tre o quattro, il quarto eventualmente  con i resti su base regionale, considerato che ci saranno una decina di liste con tre candidati per ogni lista e che,  quindi, soltanto tre liste avranno un eletto, salvo che qualche lista non abbia un risultato doppio rispetto a tutte le altre. Facile dunque comprendere quante  liste e quali liste e quante candidature e quali candidature non hanno speranza. Di seguito ho inserito il link dell’ufficio elettorale della regione   autonomielocali.servizio5uo1@regione.sicilia.it  dal quale si possono verificare i dati. Tutto ciò dovrebbe servire a farci comprendere quanta confusione viene creata ad arte, illudendo gli elettori per racimolare qualche centinaio di preferenze per accreditarsi alla corte di qualche “sovrano”.  
Il prossimo anno si vota anche nella nostra città e la nuove legge elettorale dovrebbe mettere qualche paletto al solito mercato delle vacche, soprattutto, per gli autoreferenziati che dovranno cercare casa, in quanto il loro pacchetto azionario mal si  concilia con lo sbarramento previsto dalla nuova legge elettorale che scoraggia il proliferare di liste civiche ad personam,  pertanto oltre alla loro “dote” dovranno trovare collocazione in liste “sicure” a danno di quanti  si candidano per credo e per passione. Questo sarà il vero banco di prova per i partiti tradizionali.